12 MARZO 2007

 

Il Consiglio approva due documenti sulle unioni di fatto

 

I lavori del Consiglio comunale riprendono sotto la presidenza del Vice Presidente Franco Napoli. Verificata la presenza del numero legale il dibattito è ripreso sul punto nr. 3 all’odg sul caso Piergiorgio Welby.

 

Carlo Salatino (Margherita): “Ritengo che su questi temi, che attengono all’etica, debba esserci assoluta libertà di coscienza. Anticipo, quindi, che da parte dei Consiglieri della Margherita non ci sarà alcuna dichiarazione di voto. Esprimo perplessità che un argomento di questo tipo possa essere affrontato in sede istituzionale.

Ma nel nostro Paese oggi non esiste una legge che distingua tra accanimento terapeutico e eutanasia. Troppo spesso questi due termini vengono confusi e la differenza è talmente evidente che anche nella Chiesa ci sono posizioni e visioni diverse su questi temi”.

 

Francesca Bozzo (Margherita): “Le discussioni sul caso Welby hanno finito col far perdere i giusti confini del problema. Non è possibile dare giudizi di valore, non può che darci gioia chi, nelle condizioni di Welby, sente ancora forte la voglia di vivere, ma non possiamo non rispettare chi quella forza non la sente più.

Non è conforme ai principi del nostro ordinamento lasciare che il peso di queste situazioni ricadano solo sulle famiglie colpite. Il Comune è chiamato alle sue responsabilità nell’ambito della sua competenza, deve farsi carico dell’assistenza a questi cittadini. Ma ogni situazione va valutata a sé stante. Non si può intervenire provocando la morte di qualcuno, ma il testamento biologico potrebbe essere utile in caso di persona in stato vegetativo, incapace di intendere e di volere.

D’altra parte nessuno può essere sottoposto a cure mediche che non vuole, anche se viene ritenuto indispensabile per la sua sopravvivenza.

Come cattolica non autorizzerei nessuno a staccare la spina, ma come consigliere comunale devo pormi laicamente di fronte a ogni cittadino e rispettare i suoi diritti”.

 

Pietro Filippo (Udeur): “Anche il gruppo Udeur non farà dichiarazione di voto su questo argomento, che attiene alla sfera personale di ognuno di noi. Il bene della vita non appartiene all’uomo, non è una merce di cui si debbono valutare parametri di qualità. Deve essere vissuta e basta. Nel caso Welby il paziente rifiuta cure idonee che il medico ritiene di dover somministrare per garantire la sua vita. Il problema è se il medico debba rispettare la sua professione anche di fronte alla esplicita e consapevole volontà del malato di rifiutare le cure. Il medico non può imporre cure non volute dal malato, ma il diritto all’autodeterminazione del paziente trova un limite nella impossibilità di procedere ad un suicidio assistito.

Come medico e come cattolico sono a favore della vita e credo che la Chiesa non potesse autorizzare i funerali di Piergiorgio Welby, essendo essa contro il suicidio”.

 

Francesco Gaudio (Rifondazione Comunista): “Il tema in discussione solo apparentemente non è di competenza comunale. È una vicenda che ci dica tanto come cittadini non solo di questa Città ma di questa Repubblica. Il dibattito è stato, in larga misura, concorde anche se qualche tono è sembrato un po’ esasperato. Le ultime immagini di Welby, probabilmente, non avremmo voluto vederle così come non vorremmo vedere chi muore sotto i bombardamenti nelle troppe guerre esistenti. Sono immagini che feriscono le coscienze.

L’impatto della negazione del funerale da parte delle autorità ecclesiastiche è stata forte. Noi condanniamo i modelli di stati clericali, quando avvengono ancora oggi in Medio Oriente. Ma, allo stesso modo, sono da rigettare gli stati etici, nazisti e fascisti, che impediscono agli individui di esprimersi liberamente, secondo coscienza”.

 

Vincenzo Adamo (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno) si dice sconcertato di aver dovuto sapere dai giornali della riduzione delle indennità del Sindaco e della Giunta. Poi si occupa del caso Welby. “Lo Stato non ha una religione per tutti, ma ammette uguaglianza fra sessi, religioni, opinioni politiche, ecc. Nel nostro Paese battaglie civili di grande spessore hanno trovato in prima linea radicali e socialisti.

Quella di Luca Coscioni, ad esempio, morto perché nel nostro Paese non è possibile la ricerca di quelle patologie di cui era affetto. Come spiegare alla sua famiglia che in Italia non possiamo fare quel tipo di ricerca? Per i socialisti non è un problema di fede religiosa. Da cattolico non vedo ingerenza da parte delle gerarchie ecclesiastiche su temi come questi, ma trovo inaccettabile non riconoscere una autorità superiore quale è lo Stato. Non devo chiedere scusa a nessuna gerarchia, e credo che ogni persona di sinistra debba difendere determinati valori anche se espressione di una minoranza”.

 

Fabrizio Falvo (An): “Dovremmo parlare di pratiche di bilancio, voci in entrata e uscita, delle buche, dell’ospedale, del centro storico, ecc. Siamo stati costretti, invece, a seguito di un documento farneticante che aggredisce le gerarchie ecclesiastiche, a presentare un documento anche noi. Questa è una questione di coscienza personale, non credo che debbano essere in discussione le nostre radici cristiane. Ma non sopporto una certa cultura di una certa sinistra che cerca di imporre la sua posizione agli altri non rispettandone le opinioni. Perché la Chiesa Cattolica non dovrebbe esprimersi su temi che attengono alla vita?  Io sono contro l’eutanasia, ma questo travalica la sfera politica. Dobbiamo porci un problema: la vita è un diritto inalienabile o no?

È stato doveroso presentare un secondo ordine del giorno, in contrasto con quello precedentemente presentato, con il quale invitiamo a riflettere attentamente su casi come questo. Occupiamoci un po’ di più dei temi che ci competono, visto che non siamo in Parlamento”.

 

Gianluca Greco (Ds): “al di là del caso di cronaca, ogni dibattito inteso come eutanasia, testamento biologico e altro, ha sempre avuto vita troppo breve per portare ad una completa disciplina giuridica. Le linee di confine sono spesso così sfumate da rendere impossibile valutazioni che prescindono dal singolo caso concreto. L’eutanasia è ancora una sorta di tabù nel nostro Paese e un obiettivo ancora troppo lontano per il legislatore italiano, ma si spera che si possa sviluppare un dibattito almeno capace di vivere al di là delle luci dei riflettori dei media”.

 

Carmensita Furlano (Verso il Partito Democratico): “Si è parlato del Caso Welby perché faceva parte del partito radicale. Su Coscioni bisogna dire che un embrione è un bambino. Tornando a Welby, ancora nessuno ha spiegato dove sia la dignità della morte. Ho avuto una nonna in condizioni disperate, ma non ha mai chiesto di morire. Abbiamo conosciuto Papa Woytila che ha fatto della sua malattia un messaggio inequivocabile di vicinanza e speranza per coloro che patiscono infermità fisiche e mentali. Un messaggio per tutti: che non ci si deve scoraggiare. Il Caso Welby è stato posto come questione politica, sfruttare il suo dolore per aprire una discussione e introdurre la ‘dolce morte’ ha avuto, per me, un sapore meschino.

Sappiamo che oggi non c’è una legge che tuteli dall’accanimento terapeutico, ma nessuna legge ci dice cos’è l’accanimento terapeutico. Piergiorgio Welby era bloccato a letto da una malattia penosa, ma c’è molta più dignità nella sua vita che in quella di chi butta la propria esistenza con la droga o l’alcol. Il problema vero, forse, è ridurre l’accanimento mediatico. Non si può confondere la dignità della vita con il dolore della morte. Aiutiamo i malati, facciamogli capire che si può essere straordinari anche in punto di dirsi addio. Sul funerale mi chiedo, chi siete voi per giudicare e per condannare?”.

 

Al termine del dibattito sul Caso Welby il Vice Presidente Franco Napoli esprime complimenti per l’equilibrio ma anche per lo spessore registrato su un tema che ha fatto discutere molto in Italia.

Sull’argomento sono stati presentati tre odg, di tutti si dà lettura prima di procedere al voto.

 

Il primo odg è dei Gruppi della Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno, Rifondazione Comunista e del Consigliere Savastano che chiede al Sindaco di sollecitare il Parlamento ad un dibattito etico-politico e a proporre quale soluzione immediata la legge sul testamento biologico.

 

Il secondo odg presentato dai Consiglieri Frammartino, Ambrogio, Greco, Spadafora, Covelli, Salatino, Francesca Bozzo, Dodaro,

invita a rompere steccati predefiniti facendo proprio il messaggio del Capo dello Stato nella lettera a Piergiorgio Welby.

 

Il terzo documento, presentato dai Gruppi Udc e An, delibera di rifiutare qualsiasi forma di eutanasia, respingere ogni assurda critica contro la Chiesa Cattolica, di rispettare la vita in ogni sua forma dalla nascita alla morte.

Il primo documento è stato respinto con 16 no, 6 sì, 9 astensioni.

Il secondo è stato respinto con 12 contrari, 11 sì e 8 astenuti.

Il terzo ha registrato 12 sì, 12 no, 6 astenuti.

Dunque, la votazione è stata infruttuosa.

Il Vice Presidente passa al quarto punto all’odg, relativo alle procedure di selezione e reclutamento di personale nelle società in qualche modo collegate al Comune e alle condizioni di garanzia sul principio di riconoscimento dei meriti e competenze. L’odg era stato presentato dai gruppi di Grande alleanza-Rosa nel pugno e Rifondazione comunista.

 

Massimo Bozzo (udc) chiede l’inversione dell’odg per far precedere il punto 8 sulle modifiche al Regolamento del Consiglio comunale e delle Commissioni consiliari permanenti.

La proposta viene bocciata.

 

Vittorio Cavalcanti (Ga-Rnp): “Nel presentare  questo odg abbiamo avuto un intento propositivo per andare oltre i resoconti giornalistici, riportare il discorso sul piano dell’etica politica e fare in modo che le Amministrazioni potessero avere nei regolamenti anticorpi volti ad impedire che questi fatti aumentino l’allontanamento dell’opinione pubblica dalla politica. Il nostro intento è creare regole che non consentano a nessuno di pensare che la politica anche nella dimensione comunale possa essere il veicolo per la sistemazione di alcune persone.

Proponiamo di istituire una Commissione che abbia come obiettivo di individuare regole ad evitare che certi fatti avvengano e che l’Amministrazione possa essere vista come luogo dove si verificano fenomeni che sempre più allontanano i cittadini dalla politica”.

 

Michelangelo Spataro (udeur): “Quest’ordine del giorno non avrebbe avuto ragione di esistere. Alle cose scritte sulla stampa ho già risposto personalmente in maniera chiara. Non ho congiunti che siano stati assunti durante questa consiliatura in enti che abbiano rapporti con l’Amministrazione comunale. E’ falso quanto affermato nell’odg in quanto non è vero che il 17.01.2007 non siano apparsi sulla stampa articoli che smentivano ufficialmente quanto affermato nella nota del giorno precedente.

L’odg presentato testimonia che ci sono consiglieri che dicono bugie”.

 

Massimo Bozzo (Udc): “Ho firmato l’odg come atto provocatorio. In una Calabria dove si tramandano le cariche politiche da padre in figlio e nipote, alla fine fa scandalo che un consigliere comunale faccia assumere il proprio figlio in un’azienda privata che collabora con il Comune. Quindi, la vera parentopoli sono le famiglie politiche che stanno causando danni a questa regione, questa provincia e a questa città da cinquant’anni a questa parte”.

 

Vincenzo Adamo (Ga-Rnp)

“Non capisco la levata di scudi contro il nostro ordine del giorno. Vogliamo soltanto verificare se è mai accaduto che un nostro congiunto abbia mai occupato una postazione in luoghi che hanno un rapporto con l’Amministrazione comunale. Proponiamo questa verifica per restituire al mittente un’accusa grave. E già il Consiglio di oggi è una risposta a questi signori”.

 

Pietro Filippo (Udeur): “Sono indignato per le dichiarazioni comparse sulla stampa e fatte in maniera gratuita ed offensiva. E’ tanto più grave che certe dichiarazioni vengano rilasciate da ex consiglieri comunali non eletti che forse per recuperare un po’ di spazio sulla stampa, si esercitano a gettare fango su consiglieri che hanno chiarito subito come stanno le cose. I figli di coloro che sono impegnati in politica non hanno meno diritti degli altri. Altra cosa è abusare di una carica e contribuire alla degenerazione della politica.

Se malcostume c’è stato, non appartiene a questo Consiglio comunale. Dobbiamo essere categorici. In questa città è giunto il momento di mettere da parte comportamenti demagogici e strumentali”.

 

Damiano Covelli (ds)

“Chi propone oggi questo odg, quando si è trattato per la prima volta di mettere a punto un Regolamento che questa maggioranza consiliare ha prodotto sulle nomine negli enti, proponendo di non nominare parenti fino al terzo grado, ebbene chi propone questo odg allora ha votato contro. Quali regole negli anni passati sono state utilizzate per i 500 lavoratori delle cooperative, per le nomine nei vari enti a partecipazione comunale? Solo una: la fedeltà al padrone. Ecco perché oggi è inaccettabile questa strumentalizzazione che va rispedita al mittente”.

 

Francesco Gaudio (Rif.com.)

“Chi ha paura di parlare del presente e del futuro si rifugia nel passato. Ben prima di discutere le regole, questa Amministrazione ha effettuato nomine.

I programmi delle ultime due domeniche hanno colpito perché hanno evidenziato alcune gravi disfunzioni della nostra politica, a destra come a sinistra. Chi di noi ha delle responsabilità nei propri partiti, sarà stato più volte richiamato in queste ore in modo sarcastico su quanto in tutta Italia si è visto. I ceto politico calabrese, distaccato dalla società civile di cui disconosce i bisogni e legato invece a una sorta di dinasty amicale, familistica, clientelare.

Uno strumento di controllo sulle procedure di selezione e reclutamento può riavvicinare i cittadini alla politica, rivalorizzare il ruolo dei rappresentanti eletti ed evitare strumentalizzazioni che possono mortificare  il ruolo dei rappresentanti della collettività”.

 

Dopo una breve sospensione, il gruppo Ga-Rnp e Rif. Com. presentano una proposta di delibera che viene letta dal capogruppo Saverio Greco.

La proposta prevede la “istituzione di una Commissione sulle procedure di selezione e reclutamento del personale impiegato nelle società, enti, cooperative, organizzazioni convenzionate e partecipate con il Comune di Cosenza”.

La votazione dà il seguente esito: 19 no, 2 astenuti (udc) e 5 favorevoli.

Intanto, sono entrati in aula tifosi del Cosenza calcio che chiedono il dibattito sul punto 9 che riguarda una mozione a sostegno del calcio, presentata dai consiglieri Sacco, Furlano, Covelli, Ruffolo, Spadafora, Belmonte, Bartolomeo, Spataro, Frammartino, Falbo. I tifosi sostengono che “Il Presidente della Società è scappato”.

 

Massimo Commodaro chiede l’inversione dell’odg per accogliere l’esigenza.

 

Michelangelo Spataro propone invece un colloquio con il Sindaco e l’Assessore allo sport perché è intervenuto un fatto nuovo nelle ultime ore non previsto al momento della presentazione della mozione.

Saverio Greco si pronuncia a favore della richiesta di Commodaro, ritenendo comunque valido un dibattito in Consiglio.

 

Damiano Covelli (ds): “chiedo rispetto per il ruolo di consigliere comunale. Se abbiamo a cuore le sorti del Cosenza Calcio, la strada migliore è quella indicata dal consigliere Spataro. Non si possono strumentalizzare le situazioni”.

 

Roberto Sacco (udeur): “molto grave quanto ci riferiscono i tifosi, che il Presidente ha abbandonato la squadra e domani i giocatori non potranno partire. Chiedo una delegazione che scenda giù con i tifosi”.

Vincenzo Adamo: “se ci troviamo in questa situazione è perché non si è accolta la richiesta avanzata ad agosto dal nostro gruppo di affrontare l’argomento.  Diamo la parola ad un rappresentante dei tifosi”.

Il Vice Presidente fa votare sull’inversione dell’ordine del giorno.

La votazione dà esito negativo: Sacco e Furlano astenuti, 7 sì, 19 no.

Si vota, quindi, sulla proposta di Sacco di formare una delegazione consiliare che si occupi subito del problema con il sindaco e l’assessore.

La votazione dà il seguente esito: 21 sì, 6 astenuti.

I lavori vengono sospesi per cinque minuti.

 

Alla ripresa, Sergio Nucci e Vittorio Cavalcanti (GA-Rnp) chiedono che i consiglieri in delegazione dal Sindaco con i tifosi siano fatti rientrare prima di riprendere i lavori.

 

Domenico Frammartino (Fed. Socialista Calabria)

Interviene per sottolineare che la convocazione d’urgenza è stata fatta soprattutto per il punto relativo alla partecipazione alla Società “Cosenza Acque SpA” e quindi sarebbe opportuna l’inversione dell’odg.

 

Massimo Bozzo: “L’inversione l’avevo chiesta io e Frammartino ha detto no. Ora sono contrario io”.

 

Michelangelo Spataro:  “In conferenza dei capigruppo è stato deciso un percorso che ora va osservato. Gli impegni presi con il sindaco saranno rispettati dalla maggioranza”.

Vincenzo Adamo: “Abbiamo deliberato una delegazione che andasse a parlare con il sindaco e i tifosi della situazione del Cosenza calcio. Il Consiglio non può continuare senza la presenza di questi consiglieri”.

 

Vice Presidente: “Il Consiglio va avanti sul V punto, unioni di fatto-appello al Parlamento, presentato da GA-Rnp e Rif. Com.”

 

Illustra la proposta Carmine Vizza (Ga-Rnp).

“La nostra proposta coincide con l’iniziativa governativa sui DICO e con un ampio dibattito mediatico.

L’istituto del matrimonio è in regressione, la società è in evoluzione, sono cambiati i rapporti interpersonali, sono necessari nuovi strumenti, come le unioni di fatto che non si oppongono al matrimonio ma costituiscono una facoltà, una opportunità. Non è un problema etico, ma di diritti civili. Si tutelano diritti importanti specie per i conviventi più deboli. Non si toglie nulla alla famiglia, la cui crisi è una causa non una conseguenza di queste nuove forme di convivenza.

Il confronto sui DICO è diventato in maniera fuorviante un confronto sulla sessualità. La Costituzione vieta norme discriminanti nei confronti cittadini per ragioni di etnia, religione e sesso. Dunque, i DICO automaticamente vanno applicati anche alle coppie omosessuali.

La laicità dello Stato è stata messa in crisi, c’è stato un attacco al diritto della politica a legiferare su alcune materie. Il dibattito sui DICO è solo un pretesto per affermare il neotemporalismo della Chiesa. Violati anche i principi di reciprocità dei Patti lateranensi. La Chiesa non può ritenersi in possesso dell’unica verità. I ministri hanno fortunatamente reagito, ma la decisione di non menzionare i DICO tra i 12 punti programmatici di Prodi è censurabile.

Proporremo l’istituzione del Registro delle coppie di fatto”.

 

Giuseppe Spadafora (Italia di mezzo)

“Argomento interessante, ma il Consiglio dovrebbe occuparsi di problematiche più direttamente riguardanti la nostra città.

La Chiesa non dà indicazioni di voto ma ha precisato che compito di ogni buon elettore cattolico era quello di appoggiare politici che promuovessero i valori della vita, il primato della centralità dell’uomo. La Costituzione stabilisce la famiglia come base della società.  E’ inopportuna e deplorevole la proposta dei DICO che mette in discussione la famiglia e i principi cardine della società. Già oggi il codice civile prevede una serie di tutele per chi convive. Non c’è bisogno di famiglie di tipo B. Se poi i DICO dovessero costituire porte d’ingresso per le unioni omosessuali, la mia avversione è ancora più decisa. Chi si sottrae  al diritto del matrimonio, poi non può pretendere il diritto in altre forme. Non si può invocare dopo ciò che si è rifiutato prima”.

 

Massimo Commodaro (Udc)

“La nostra società è condizionata da una sinistra radicale dove tutti vogliono diritti, ma nessuno parla di doveri. La famiglia è l’elemento fondante che ci ha consentito finora di avere una società sana. La famiglia dovrebbe essere l’istituzione più tutelata e invece la si sta sgretolando. I DICO sono un pastrocchio dove c’è di tutto e di più.

Non si possono istituire surrogati della famiglia che potrebbero anche sviare i nostri giovani. Senza contare che le risorse non sono infinite e con la reversibilità delle pensioni anche nei DICO avremmo un collasso finanziario. I DICO sono solo una scelta di libertà, la famiglia è tutt’altra cosa. La Chiesa ha il diritto e il dovere di intervenire su questi temi. Chiediamoci che futuro vogliamo per i nostri giovani. In Italia ci deve essere solo una priorità: delle politiche specifiche a sostegno delle famiglie”.

 

Saverio Greco (GA-Rnp)

“La nostra iniziativa si rivela utile e tempestiva.

Sull’argomento si è verificata una crisi di governo. Sui DICO si sta giocando la partita degli equilibri tra i partiti.

Anche le gerarchie ecclesiali devono riflettere sul fatto che chi è chiamato a funzioni di rappresentanza non può venir meno ai propri impegni assunti con gli elettori. E’ un buon cattolico chi viene meno ai propri impegni?  I cittadini corrono un grosso rischio involutivo perché è in pericolo il fatto che il sistema politico rappresenti davvero la volontà dei cittadini. Abbiamo deresponsabilizzato chi sta al potere. Si sta verificando lo svilimento del centrosinistra. E questo sta accadendo anche a Cosenza causando il ritardo programmatico dell’Amministrazione.

Esortiamo a ritrovare le vere ragioni del centrosinistra.

Pertanto, proponiamo all’Amministrazione di attivare gli strumenti che ci sono, chiediamo di fare il nostro dovere a Cosenza e di promuovere un’azione perché si faccia lo stesso a Roma”.

 

Carmensita Furlano (Verso il Partito democratico)

“La famiglia resta un bene prezioso ed insostituibile per la promozione della persona e per l’assetto sociale. L’attuale società è caratterizzata da legami instabili, da una concezione di libertà marcatamente materialistica. Da qui deriva una mancanza di libertà che fa rinunciare a legarsi ad un’altra persona e generare figli. Prevalgono modelli di pensiero relativistici che prevedono libere convivenze, unioni di fatto, richieste di equiparare al matrimonio di unioni omosessuali. Si arriverà a legalizzare mariti con la fidanzata e famiglie con l’amante in casa.

Il matrimonio subisce un’involuzione fino ad arrivare a modelli tribali che però ora sono estesi anche alle donne. I DICO aprono la strada a matrimoni di serie B con diritti ma senza doveri.

Va rispettata socialmente l’unione fra persone dello stesso sesso alla stregua di ogni unione affettiva, ma non può essere riconosciuta istituzionalmente. Matrimonio e famiglia non sono invenzioni dell’uomo, ma nascono dalla legge naturale. La famiglia è la prima forma di ecologia umana”.

 

Maria Lucente (Ds)

Un Pacs, patto civile di solidarietà, va recuperato tra i consiglieri soprattutto della maggioranza.

Sono fortemente indignata per come si è sviluppata la giornata, per una politica urlata, per una sorta di infantile bullismo politico, per la strumentalizzazione di argomenti molto importanti.

C’è una grande incompiuta in Italia, che è la democrazia.

La politica deve almeno stare al passo con i processi reali, è sterile volerli bloccare. E’ riconosciuto da tempo in Italia il diritto alla libertà delle preferenze sessuali. Questo deve essere accompagnato da riconoscimenti giuridici. Parlamentari e giornalisti hanno già benefici assistenziali per i conviventi.

Esiste un trasversalismo su questo tema che va valorizzato. Penso al Concilio Vaticano II, momento di non ritorno in direzione del rinnovamento della Chiesa cattolica. Lo scardinamento della famiglia non dipende dai Pacs. “Le unioni di fatto sono un fatto e dai fatti nascono diritti e doveri reciproci. E’ giusto che lo Stato li regoli”: lo ha detto il cardinale Francesco Pompedda, scomparso lo scorso ottobre.

Degnazione e magnanimità sono offensive. Bisogna che ci sia il riconoscimento giuridico.

Il caso di Adele Parrillo, la compagna del regista Stefano Rolla morto a Nassirya, è emblematico. “Non divida l’uomo ciò che Dio ha unito- ha detto- Noi eravamo uniti davanti a Dio.”

 

Francesco Gaudio (Rif. Com.)

Perché a tanti fa ancora paura l’autodeterminazione, la libertà di vivere i propri affetti, le proprie scelte di vita, la propria sessualità?

Perchè si deve vivere come gentile concessione quello che deve essere un riconoscimento di diritti?

I DICO riguardano anche tanti cittadini di Cosenza. Moli aspettano le deliberazioni di questo Consiglio che sono non solo sollecitazione al Parlamento, ma diventano possibilità di concretezza per la nostra città.

E’ importante che oggi si levi una voce da questo Consiglio, riprendendo un dialogo aperto con la precedente Amministrazione.  Cosenza sarebbe dovuto essere il secondo paese calabrese, dopo Pizzo, che istituiva il Registro delle coppie di fatto. Per questo ne parliamo qui riprendendo un dibattito nazionale. Dobbiamo pensare a cittadini che sono portatori di diritti. Anticipiamo la stessa discussione parlamentare e facciamoci promotori della istituzione del Registro delle coppie di fatto”.

 

Vice Presidente:

“Sono stati presentati tre odg.

Il primo di GA-Rnp e Rif. Com. per l’istituzione del Registro delle coppie di fatto ed un appello al Parlamento nazionale.

Il secondo, presentato da Covelli, Dodaro, Lucente, Belmonte, Savastano, G. Greco, Salatino ed altri, auspica che il progetto di legge Bindi-Pollastrini riceva accoglienza in Parlamento e, a Cosenza, l’ istituzione del Registro delle coppie di fatto.

Il terzo presentato da Dodaro, Furlano, Commodaro, Filice, Lopez, Magnelli, M. Bozzo, e Spadafora, esprime la contrarietà del Consiglio al pieno riconoscimento giuridico delle unioni di fatto e al Registro, chiede di sostenere le famiglie, specie quelle a basso reddito, anche attraverso il ripristino del Forum delle famiglie”.

La votazione dà i seguenti esiti:

Il primo viene approvato con 6 sì, 3 no e 19 astensioni.

Il secondo è approvato con 12 sì, 7 no, 9 astenuti.

Il terzo è respinto con 8 sì, 12 no, 6 astenuti.

 

I punti 6 (Protocollo d’intesa per l’area urbana) e 7 (stabilizzazione lavoratori precari) sono rinviati, su richiesta del consigliere Saverio Greco, alla prossima riunione in quanto assenti i relatori delle proposte.

Si passa al Punto 8: modifiche del Regolamento del Consiglio e delle Commissioni consiliari.

Si rinvia di 5 minuti.

Alla ripresa si apre un dibattito sulla opportunità di esaminare le modifiche, e dibatterle, articolo per articolo oppure complessivamente.

Il Vice Presidente sostiene che, a norma di regolamento, si debba dibattere articolo per articolo.

C’è un battibecco tra Saverio Greco e il Vice Presidente, che decide la sospensione e l’aggiornamento dei lavori a domattina.