21 DICEMBRE 2009

 

Consiglio Comunale sull’attuazione delle linee programmatiche.

 

È la minoranza ad aprire il dibattito con il consigliere Fabrizio Falvo che, in apertura, tiene a precisare come il suo intervento voglia essere scevro da polemiche. Il consigliere del Popolo delle Libertà ripercorre il programma del Sindaco, presentato alla città dei Bruzi in occasione della  campagna elettorale “per dire ciò che è stato fatto e che non è stato fatto. Non si può pretendere che tutto ciò che è scritto in un programma sia realizzato ma ci si aspetta almeno che un andamento complessivo venga rispettato. Troppe cose non sono state realizzate nella realtà dei fatti.

In particolare mi viene da sorridere di fronte ad alcuni riferimenti del Sindaco che soffrono di una crisi evidente, e mi riferisco ad esempio alla identità culturale di questa città. Non vi è chi non veda che quegli intenti sulle identità culturali non sono state realizzati, anzi l’arretramento è sotto gli occhi di tutti”.

Falvo denuncia che “il centrosinistra non ha un progetto organico e unitario sullo sviluppo della città” e, con riferimento alla zona delle casermette indicate nel programma come cuore della città. “Il cuore della città è il centro storico e se non ripartiamo da siamo distanti anni luce.

Tutto ciò che c’è di buono in questo programma rimane una mera dichiarazione di intenti.

Domenico Frammartino (Italia dei Valori) ripercorre il suo cammino all’interno dell’Amministrazione per giungere a notificare all’assemblea la posizione assunta da Italia dei Valori. “Ricordo che non sono stato suo elettore, votai un sindaco allora socialista, e dopo sei mesi, non condividendo i miei allora amici di partito, mi convertii alla causa dandole la mia fiducia che non le ho fatto mai mancare fino a poco tempo fa. Stasera le notifico che per deliberazione degli organismi di vertice IDV starà all’opposizione fino a che non si chiarirà il rapporto tra PD e IDV, finchè non ci sarà un dialogo corretto tra i due partiti”.

Sulle linee programmatiche, “non entra nel merito dei buoni propositi “ ma risponde alla richiesta del Sindaco di porgere dei suggerimenti. “Mi limito a quattro. Sulla cultura, tra le tante disattenzioni del titolare della delega, e che mi auguro che non ci sia più, c’è l’adesione all’appello del regista Lo Piano per ottenere i finanziamenti per un film su Ferramonti. L’associazione che sul territorio da anni svolge il suo impegno perché non si perda una importante memoria storica, da questa Amministrazione è stata bistrattata.

Sul personale del Comune, dico che è stato dato un premio di fiducia a qualche dirigente di questo Comune che non lo merita, e mi riferisco all’ing. Bartucci. Buona prassi sarebbe procedere alla rotazione dei dirigenti.

Sulle realizzazioni ed i servizi, pur amando questa città ho davanti l’esempio della città di Rende che fa funzionare la sua macchina, sul piano delle opere così come nei servizi, che vengono erogati con grande efficienza.

Il documento del Sindaco propone il rilancio. Mi auguro non si seguano strade già percorse, ovvero i rimpasti già fatti con la sola logica di mantenere inalterati gli equilibri del PD. Una Giunta che nasce da questo obiettivo, parte già male. Giacchè si è già sbagliato prima, non credo si debba continuare a sbagliare anche adesso.

 

 

Saverio Greco (Gruppo Misto) reputa “assolutamente riformista l’idea di poter contribuire alla vita della città attraverso la discussione sulle linee programmatiche. Ciò che interessa ai cittadini oggi sono i risultati più che l’impegno profuso, per il quale sento di ringraziare il Sindaco. Ho sempre creduto nell’etica della responsabilità e credo che le valutazioni vadano fatte sulla base di ciò che si è promesso con le linee programmatiche. Da questo punto di vista sentirei di fare un ragionamento che non vuole essere fazioso, dalla particolarità della mia posizione. A me interessa assolvere ad un mandato elettorale che mi viene dai cittadini, ai quali devo rispondere più che a chiunque altro.

In questa direzione invito a leggere l’inserto del Sole 24 ore sulla graduatoria in cui Cosenza regredisce sotto tutti gli aspetti: tenore della vita, affari e lavoro, ordine pubblico, servizi e ambiente, tempo libero. La qualità della vita è fortemente peggiorata. Questo dato lo devo necessariamente legare all’impegno programmatico assunto dal sindaco nel 2006. Cose che non giudico ma che lascio alla vostra valutazione. Ho chiara la percezione che il giudizio della città  sia negativo e come uomo di centro sinistra sono preoccupato per questo”.

Greco passa in rassegna alcuni punti del programma: “Valle Crati dalla quale trarre degli utili; Multiservizi, gestore di energia e invece in liquidazione; nessuna parola sull’area delle Casermette per la quale il programma parla di referendum e concorso di idee per la conversione, nulla sul referendum per l’unificazione di Cosenza e  Rende. Si scrive di un nuovo modello di gestione della Città dei Ragazzi ma io vedo più un modello di conflitto sociale.

Lei, Sindaco, ha ripetuto che intende aprire una fase nuova, ma questa città ha piuttosto bisogno di una stagione nuova.

Anche Massimo Bozzo (UDC) passa in rassegna alcuni punti del programma del Sindaco: dalle Circoscrizioni che la legge oggi abolisce ma per le quali, denuncia, non si è individuato in attesa un nuovo ruolo. Fa riferimento ad una “scarsa qualità e vivibilità delle frazioni, ad una necessaria rivalutazione del centro storico e di San Vito, parla di un problema traffico che è aumentato, di posti di lavoro da garantire, di servizi alle imprese e alle persone. Quali sono?

E il piano particolareggiato di Donnici? Donnici superiore è completamente edificabile ma non ci va a costruire nessuno, se non avviciniamo le frazioni alla città.  

Sentiamo argomenti triti e ritriti: Ponte di Calatrava, metropolitana leggera, planetario, svincolo a Sud, tutti riconducibili ad Amministrazioni precedenti.

Ragioniamo insieme su quanto si può fare in questo anno e mezzo che rimane. Riprendiamo a parlare di area urbana con l’autorevolezza che appartiene al Sindaco”.

Per Stefano Filice (Diritti e Autonomia) è un dato di fatto la scarsa partecipazione e propositività della minoranza. La solita esternazione delle negatività non è mai accompagnata da qualcosa che possa servire da impulso e denoti partecipazione alla vita amministrativa. Stasera usciamo fuori da qualsiasi equivoco politico, con una maggioranza forte”.

Filice fa poi riferimento al centro storico e alle periferie per i quali chiede nuovo impulso. “Il centro storico va ripopolato ma non con operazioni di facciata. Va recuperato sul piano strutturale, dei servizi, della sicurezza. Ci aspettiamo molto dal percorso che ci separa da fine legislatura e ci crediamo. Le criticità ci sono e vogliamo che siano risolte ma nel rispetto delle prerogative del Sindaco. Questa maggioranza deve essere più incisiva, più partecipata. Questo sindaco deve essere sostenuto con i fatti, dalla Giunta e dalla maggioranza, perché non sono mancati i periodi di abbandono”.

Sergio Nucci rivendica all’UDC l’attuazione di una politica della responsabilità “ritenendo di essere sempre stati sui problemi della città, e di non aver mai fatto mancare il nostro contributo al dibattito politico sia in aula che nelle commissioni consiliari. Comprendo il malessere di quanti mi hanno preceduto nell’enunciare con crudezza le problematiche emerse in questi tre anni.   

Potremmo elencarli tutti i problemi ed affondare  il coltello in tante piaghe sollevate dall’intero Consiglio ma non vogliamo trarre da questo dibattito momento di ulteriore divisione. Perché nelle parole del Sindaco c’è l’intento di voltare pagina e ciò significa mettere una pietra su quello che è stato e cercare per il tempo che rimane di imprimere all’azione amministrativa una velocità che ad oggi nessuno ha rilevato.

Accogliamo questa sorta di ravvedimento operoso, cogliamo nelle parole del Sindaco uno spirito di rilancio dell’azione amministrativa ma ci chiediamo in che tempi e con chi andremo a realizzare questa nuova stagione?  Diversamente non ne usciamo né siamo disposti ad attardarci su discorsi sterili che rimarrebbero enunciazioni. Diciotto mesi, che si riesce a fare? Se la Giunta è la stessa che ad oggi ha guidato la città, riteniamo poco. Non in rapporto all’impegno dei singoli ma alle realizzazioni. Siamo pronti ad aprire la fase dell’ascolto ma a patto che ci si dica cosa realmente si vuole realizzare. Un cronoprogramma, questo vogliamo. Chiediamo ad un’Amministrazione che in diciotto mesi vuole guidare un nuovo corso, una seria politica delle regole per cui tutti facciano il proprio dovere e rispondano delle loro azioni. È per noi punto imprescindibile in un ragionamento politico serio. Punto ineludibile è riaffermare la centralità della città capoluogo. Cosenza ha perso posizioni per nostre criticità e negligenze, non per i dispetti di altri Comuni. Queste sono le basi di un ragionamento politico al quale non ci sottrarremo ma se questi presupposti non sussistono, non siamo interessati”.

Francesco Gaudio (Rifondazione Comunista) lamenta che “l’intervento del Sindaco non declini un programma con la grande crisi che stiamo vivendo. L’evoluzione della recessione economica non può non condizionare qualunque discussione. In questa aula il dato della crisi economica e sociale non è stato toccato. Oggi vorremmo capire come si intende declinare il lavoro di questo anno e mezzo che rimane con la crisi esistente, che ha devastato il tessuto occupazionale e sociale della nostra città e della nostra provincia. 7000 posti di lavoro in meno in provincia nell’ultimo anno, 854 negozi chiusi, nessun incremento della cassa integrazione perché imperversa il lavoro nero, aumento della percentuale di famiglie sotto la soglia di povertà: in un quadro così desolante ci aspettavamo uno scatto di reni di questa Amministrazione. Pensiamo siano prevalsi invece politicismi e tatticismi che non sono leciti in periodi di vacche magre”

Francesco Lanzone (PD), rispondendo a chi lamentava scarsa partecipazione, parla piuttosto di eccesso di discussione. Riprende poi la classifica del Sole 24 Ore per sottolineare che “gli indicatori di qualità della vita si riferiscono alla provincia. E comunque, quando gli indicatori danno la provincia al terzo posto è merito della istituzione Provincia, quando c’è la regressione il demerito è dell’Amministrazione del capoluogo. Nelle linee programmatiche ci sono idee che vengono portate avanti. Io invito a credere tenacemente nelle cose”.

Lanzone fa poi riferimento alla problematica dei rifiuti per dimostrare, attraverso la lettura di un articolo di stampa di qualche anno fa, come il problema non sia di questi anni. Piuttosto rivendica a a questa Amministrazione “il coraggio di aver rotto un meccanismo infernale, solo questo basterebbe a farle un plauso”.

Per Roberto Bartolomeo (Movimento delle Libertà) “i problemi sono sempre gli stessi da tre anni e mezzo ad oggi. Randagismo, opere pubbliche, Multiservizi,Valle Crati, Città dei Ragazzi, Demetra. Le critiche vengono da tutti, indipendentemente dalla posizione ricoperta. Sono le critiche di chiunque vuole bene alla città. Mi  auguro che in questo  scorcio di legislatura, il Sindaco agisca con una nuova Giunta, più autorevole”.

Vittorio Cavalcanti (Autonomia e Diritti) esprime apprezzamento per il Sindaco che “con volontà propositiva ha svolto ha una relazione che rappresenta il risultato di una discussione politica svolta in questi mesi, che aveva come base quella di rilanciare l’azione di un’Amministrazione della quale venivano evidenziati da più parti carenze e ritardi. Leggo tante cose importanti nella relazione che me ne fanno condividere il taglio politico di fondo.

Non abbiamo bisogno di classifiche sulla qualità della vita per capire che Cosenza vive una situazione di difficoltà, sia per la situazione di carattere generale, per i tagli, per una politica che riduce i trasferimenti agli enti locali condizionando la qualità dei servizi. Ma colgo anche una difficoltà specifica che sta proprio nell’elencazione delle cose fatte, uno stato di attuazione delle linee programmatiche che è carente. In tre anni e mezzo si poteva fare di più e ciò sta proprio nelle cose che vengono elencate in cui il livello di realizzazione non trova quello stato che ci si sarebbe potuto attendere se l’attuazione avesse percorso tappe e velocità diverse da quelle verificate. Tutto questo è giusto denunziarlo ad una città che manifesta quotidianamente le carenze e i limiti di un’amministrazione. È evidente che nel momento in cui, al termine di un’elencazione delle cose fatte, si propone un rilancio della vita amministrativa, si riconosce una carenza e va apprezzato lo sforzo in questa direzione. Nella relazione del Sindaco si legge la volontà di rilancio e di supplire alle carenze che finora hanno caratterizzato l’azione amministrativa. Voglio dare atto al Sindaco di un impegno positivo e forte, e però in questo ci sta anche una chiave di lettura politica che va analizzata. Ho visto spesso il Sindaco in solitudine, affrontare i problemi senza avere al suo fianco in maniera forte né la sua Amministrazione né i soggetti politici che compongono la sua maggioranza. Questo è un elemento che ha creato debolezze e non dovrà verificarsi in futuro.   Nelle parole del Sindaco c’è la sollecitazione a ritrovare lo spirito di maggioranza, a far sì che il prossimo anno sia di completamento alle cose fatte e di forte accelerazione. La possibilità di ritrovarsi su questa base, sia pur nelle posizioni distinte, è l’ulteriore elemento che il Sindaco ha inteso lanciare parlando di contributi, di collaborazione”.

Michelangelo Spataro (PD) afferma che “i cittadini sanno bene che le problematiche citate oggi in aula si sono consolidate nel tempo e oggi sono esplose definitivamente. Ribadisco lealtà al Sindaco nel pieno rispetto delle sue prerogative circa le intenzioni di un rimpasto, riconoscendogli la capacità di aprire una nuova fase se lo riterrà opportuno”.

Marco Ambrogio (PD) apre il suo intervento anticipando che il PD si farà portatore di una richiesta di intitolazione di un luogo cittadino al compianto Antonio Acri.

Sull’Ordine del Giorno, evidenzia l’impegno dell’Amministrazione sul fronte della problematica del lavoro, con l’obiettivo di non aver causato la perdita di alcun posto di  lavoro. “Infondato l’allarmismo intorno a Città dei ragazzi e Valle Crati, per non parlare dei vigili urbani oggi full time, dunque implementazione dei livelli occupazionali.

Sulle frazioni a sud di Cosenza, penso che ciò che ha fatto questa Amministrazione non si era mai fatto in cinquanta anni di Amministrazione. Né penso che dallo svincolo a sud possa dipendere lo sviluppo di quelle zone.

Stasera approviamo un documento che è un nuovo patto con la città. Il Sindaco ha parlato di sfida aggiungendo che vogliamo vincerla.  Il PD è al fianco del Sindaco per il rilancio amministrativo che è anche politico”.

 

Replica del Sindaco

“Un dato è assolutamente condiviso ed è emerso da tutti i ragionamenti: il Paese è attraversato da due anni da una crisi tra le più imponenti dal Dopoguerra ad oggi.  

È un dato dal quale partire altrimenti alcuna conclusione è coerente. Certo è indiscutibile che si può fare di più, così come un anno e sei mesi è un periodo sul quale fare un punto ma senza tralasciare il contesto.

Nel programma amministrativo erano evidenziati quattro/cinque macroaree. Sui servizi minimi essenziali e sull’emergenza idrica abbiamo investito cinque + cinque milioni di euro ed i risultati ci sono. Sui rifiuti, certo che ci sarebbe piaciuto stare in organizzazioni che producessero utili, ma la realtà era incancrenita, la stiamo modificando e dobbiamo accelerare il lavoro perché la fase transitoria finisca presto. E sulle manutenzioni, abbiamo fatto una serie di cose con le nostre risorse sapendo che si può fare di più ma in un contesto di risorse economiche che si assottigliano sempre di più.

Sul tema delle opere di infrastrutturazione primaria nelle zone a sud della città abbiamo investito milioni di euro e tutti dal bilancio comunale. Le opere pubbliche, in un momento di crisi, e dovendo rispettare il patto di stabilità che abbiamo rispettato, sono stati appaltati 60 milioni di euro di opere pubbliche. E a gennaio sottoscriveremo con la Regione il patto per lo sviluppo, sostitutivo del PSU che impegnerà risorse importanti e anche lì saranno opere, occupazione, sviluppo.

La metropolitana leggera è una realtà, 120 milioni di euro, con risorse già individuate. E non è stato facile mettere insieme tutti i soggetti istituzionali. Lo svincolo a sud: abbiamo firmato l’accordo con l’ANAS che ha detto di poterle fare alcune cose ed altre no. Continueremo la nostra battaglia. E anche sulla tangenziale a est, sono sotto gli occhi di tutti i lavori che coinvolgono anche la Provincia di Cosenza. La racconto così perché credo che abbiamo il dovere di guardare e valorizzare il bicchiere mezzo pieno con l’idea di colmare la parte vuota.

La difficoltà finanziaria di cassa del Comune è il vero tumore di tutti i Comuni e nessuna bacchetta magica può migliorarla se non quelle politiche di riequilibrio dei bilanci che stiamo cercando di mettere in piedi.

Sul lavoro, nessun posto è stato perduto. Non lasciamoci prendere dalle strumentazioni politiche, il dato è oggettivo. E mi riferisco soprattutto a quel sistema indotto di servizi gestiti dall’Amministrazione che produce sostegno sociale. Non ho sentito un solo esempio teso a dimostrare la diminuzione dei servizi.

 Sulla conurbazione, il Piano Strategico l’abbiamo fatto ed è stato molto apprezzato, approveremo anche il piano della mobilità. E guarderemo comunque a questo strumento con un occhio allargato all’area urbana che non è solo quella che sviluppa a nord.

Allora, coltiviamo un minimo di fiducia perché tre anni non sono brevi ma nemmeno un tempo indefinibile. È più che legittimo che l’esercizio dell’Amministrazione sia ad includere, per questo esprimo rammarico per la scelta di Frammartino fatta solo per ragioni di partito, ed entusiasmo per apertura dell’UDC sulle questioni di programma.

Su questo dato politico ribadisco disponibilità a confronti di idee, di posizioni democraticamente espresse che valgano a concludere un mandato nei suoi diciotto mesi finali con senso di responsabilità. La partecipazione, tema che forse ha subito rallentamenti, non è fatta di gesti unilaterali ma di strumenti attraverso cui si registrano le disponibilità. È un terreno sul quale abbiamo prodotto risultati positivi ed il nuovo statuto dovrà guardare a nuovi spazi di partecipazione. La strada che abbiamo davanti non può che essere per il completamento, che politicamente rinsaldi un vincolo di maggioranza, perché no, allargato a quanti hanno voglia di collaborare con spirito costruttivo.