24 MARZO 2009

 

Il Consiglio Comunale di Cosenza approva il Piano Strategico Cosenza-Rende

 

Con 17 voti favorevoli e due astenuti (i consiglieri Saverio Greco e Vittorio Cavalcanti) il Consiglio Comunale di Cosenza ha approvato il Piano Strategico Cosenza- Rende.

Molto partecipato il dibattito in aula, aperto dal consigliere Sergio Nucci. “Non è facile raccapezzarsi in più di 700 pagine – ha esordito. Ho cercato di capire l’idea di città insita nel Piano così come ho visto che tra i progetti ve ne sono di antichi, ad esempio il ponte di Calatrava. C’è dunque una continuità con il passato che non mi sento di criticare. Il Piano però non realizza i partenariati necessari ai progetti previsti, non c’è un piano finanziario. L’idea di città illustrata nel Piano non ci soddisfa, avremmo voluto modificarla, alcune incongruenze potevano essere corrette all’origine, ma l’occasione non ci è stata data.

Antonio Ciacco sottolinea che per la prima voltasi disegna un Piano strategico in un contesto elaborativo che rivendica ammirato apprezzamento. Nel merito, si tratta di uno strumento di programmazione dell’area Cosenza-Rende rappresentando la visione dello sviluppo dell’area da qui a cinquant’anni, rafforzando la coesione sociale e sfruttando le eccellenze di ciascun territorio”. Nel definirlo il manifesto politico dell’area urbana Cosenza-Rende, Ciacco propone però di non ridurre a questo l’area urbana promuovendo la più vasta aggregazione possibile, per creare un’area leader in Calabria e nel Mezzogiorno. Alle forze riformiste chiedo di guardare con attenzione a questo documento e chiedo un voto favorevole come elemento portante di un comune sentire”.

Vittorio Cavalcanti definisce il dibattito sul Piano Strategico “un vero e proprio invito a nozze. Partecipo alla discussione con i sentimenti di chi vede avvicinarsi al porto un documento proposto in avvio di legislatura proprio dal Gruppo Socialista, ma con il rammarico di una discussione poco strutturata. Il Consiglio comunale invece che luogo di partenza, è  diventato luogo d’arrivo. Invece il Consiglio può ancora dare un contributo d’idee. Uno strumento ultradecennale deve essere di tutti. Questa logica va assunta per le fasi successive d’attuazione. Nel merito, dà atto che è stato compiuto un buon lavoro, che ha dato spazio alla partecipazione ed apre una serie di riflessioni. “Auspico che lo strumento del Piano Strategico possa essere il momento di avvio di una stagione in cui il centrosinistra trovi la compattezza finora mancata, anche per creare le condizioni per contrastare l’avanzata delle forze di centrodestra”.

Francesco Gaudio afferma che “è difficile dire no a un documento di programmazione. Altrettanto difficile è dire sì pregiudizialmente. Sottoscriverei molte delle cose dette dall’architetto Barresi. Stasera non si è parlato di ‘crescita’, termine che fa pensare al Pil; si è parlato invece di ‘sviluppo’ ed è un dato importante. Finalmente si parla di sviluppo qualitativo. Importante è anche l’idea di qualità della vita di un territorio basata su uno sviluppo sostenibile ambientalmente e socialmente.

Ma le idee hanno bisogno di gambe per camminare. Qui si parla solo di tendenze”.

Vincenzo Adamo esordisce ringraziando i consiglieri di maggioranza che erano presenti  alla manifestazione di Pino Gentile ed ai quali dice “è l’ora di staccare la spina a questa Amministrazione il 30 marzo prossimo”. Annunciando il voto contrario del suo gruppo , ha parole di apprezzamento per  il lavoro dell’arch. Barresi, “ma – dice - è una foglia di fico della cattiva coscienza di questa Amministrazione. Al Piano manca una premessa, e cioè che finora non si è fatto nulla. La partecipazione non ha riguardato i consiglieri, che hanno ricevuto un documento preconfezionato solo pochi giorni fa”. Adamo si chiede “Qual è il Piano strategico sulla cultura? Non quello del Morelli o del Rendano.”

Francesco Incarnato ribalta l’invito di Adamo esordendo “invito il Sindaco a non staccare la spina perché i segnali sono d’impegno e i cosentini lo riconoscono. Uno di questi segnali è il Piano Strategico”. Incarnato ripercorre la storia della città ed il rapporto col territorio. Parla di una città che da recinto chiuso diventa città aperta, di una integrazione col territorio che permette di parlare di un unico soggetto, che definisce territorio urbanizzato. “Oggi dobbiamo chiederci come si può e si deve progettare un territorio alla luce delle crisi che incombono: culturale,ambientale, economica, dei trasporti. Il problema non è più l’espansione ma risiede  nella riqualificazione delle immense periferie costruite negli anni ‘50, interi quartieri che vanno recuperati alla vivibilità”.  

Fabrizio Falvo parla di un Piano Strategicoscritto bene dal punto di vista tecnico, e condivisibile negli intenti. Io però rispetto solo le idee che diventano azioni. Cosenza vuole tornare ad essere città leader del territorio di cui è capoluogo e, perché no, della Calabria. Il territorio di Cosenza oggi però ha una battuta d’arresto, che non andrà addebitata solo a questa Amministrazione, ma come si può dire nel Piano Strategico che l’attenzione è sul centro storico quando è abbandonato?  Non possiamo votare questo piano perché non lo riteniamo concretamente applicabile alla nostra realtà. Questa città deve subire un cambiamento e deve passare attraverso una nuova classe dirigente”. In chiusura Falvo lamenta un deficit di democrazia interna per la scarsa condivisione del Piano Strategico con i consiglieri.

Massimo Bozzo parla di un documento senz’anima e di poca chiarezza dei quadri economici. “E’ senz’altro condivisibile il rilancio del centro storico, l’UDC ne parla dal primo Consiglio comunale. Ci aspettavamo di più sul welfare e invece lo troviamo poco presente nel Piano. Ci sembra insomma un’elencazione di progetti vecchi e non collegati tra loro, spesso privi di copertura economica. Apprezziamo gli sforzi ma è l’ennesima occasione persa per Cosenza”.

Stefano Filice anticipa il voto favorevole quale “atto dovuto nei confronti della città, dell’area urbana e del territorio tutto che circonda Cosenza. Si tratta di uno strumento che disegna l’area urbana e senza il quale nessuna Amministrazione di questa area urbana potrebbe attingere a finanziamenti”.

Saverio Greco ritiene che l’esito di questo Consiglio comunale, in relazione agli effetti che si produrranno negli anni, sia un passaggio fondamentale. “Ringrazio il Sindaco che qualche giorno fa ci ha consegnato una sintesi del Piano e ci ha significato l’importanza del documento. Nel corso di quell’incontro col Sindaco ho partecipato la mia percezione della situazione amministrativa. Penso che sia pertinente ad una responsabile azione della minoranza riconoscere le cose buone dell’Amministrazione ma altra cosa è pensare di condividere responsabilità con una Amministrazione alla quale non si appartiene sin  dal momento fondativo. Ciò può avvenire solo se di fronte c’è una stagione amministrativa nuova”. Greco parla di indiscutibile impegno profuso nell’elaborazione del Piano sottolineandone qualche qualche carenza, ad esempio nella quantificazione delle risorse. 

“Bisogna capire se questo Piano sarà realizzabile, con quale capacità di governo, con quale maggioranza. Offrirei la mia responsabilità a quale squadra di governo, a quale maggioranza?  Il Piano può essere una buona occasione per la città ed impone a qualunque minoranza un profilo di responsabilità soprattutto in un quadro critico del centrosinistra. La necessità di coerenza mi impone di valutare però con grande attenzione la complessità dei lavori di questo Consiglio comunale per capire se vi sono gli elementi per risolvere le criticità”.

Michelangelo Spataro parla del voto al Piano Strategico come del “vero voto politico, più del bilancio. Sono d’accordo con chi  ha detto che in un Piano a così a lunga scadenza avremmo voluto trovare ad esempio  il nuovo ospedale e il percorso della metropolitana”.

Sul piano politico Spataro precisa la posizione dell’Udeur,  che si colloca nel centro destra fermo restando il rispetto degli impegni assunti negli enti locali. “Dopo il Consiglio di stasera e quello sul bilancio di previsione ognuno di noi si determinerà sulla strada da seguire. Il mio è un voto politico a questa Amministrazione e a questo Sindaco. Non ci sono altre strade da percorrere. L’auspicio è di continuare a governare con questo Sindaco e con questa maggioranza”.

Domenico Frammartino

Annuncia il voto favorevole alla pratica per come già espresso in Commissione, ritenendo il Piano Strategico un importante strumento di programmazione dell’area urbana. “Alcune mie perplessità – relative alla partecipazione – mi sono state chiarite esaustivamente dall’arch Barresi. A questo Piano assegno un merito che è quello di essersi occupato di area urbana, e non con un semplice assemblaggio di progetti preesistenti”. Sul piano politico Frammartino valuta positivamente l’approccio complessivo dell’aula alla discussione. “ Una nuova stagione politica dovrà aprirsi, e non è alternativa a quella che stiamo vivendo, semmai la arricchisce. Questo stasera avvertiamo nel contenuto degli interventi che si sono succeduti in aula”.

 

Terminato il dibattito, replica il Sindaco Salvatore Perugini che in prima battuta ribadisce una serie di ringraziamenti “che – dice – non sono semplici attestazioni di stima ma contengono una scelta politica fatta da questa  Amministrazione: il coordinamento del Piano, l’arch Barresi, che è anche responsabile del progetto, e l’ing. Sole del Comune di Rende;) i dirigenti dei due Comuni che insieme hanno lavorato affiancati nell’elaborazione del Piano Strategico dall’Università  della Calabria nei suoi dipartimenti di sociologia e di economia e statistica. La composizione del gruppo nasce da una scelta condivisa tra i due Comuni. Si poteva affidare all’esterno la progettazione ma abbiamo ritenuto giusto valorizzare un cuore pulsante delle Amministrazioni con accanto il mondo del sapere universitario, e creare una sorta di osmosi tra figure, esperienze  e capacità diverse finalizzate a tradurre in piano gli indirizzi che comunque erano contenuti nei programmi amministrativi delle due città. Estendo il ringraziamento all’ATI che si è aggiudicata la gara per i piani d’azione, e poi la parte importante che si è concretizzata nell’URBAN LAB, il luogo in cui hanno interagito i cosiddetti portatori di interesse. Luogo di capitalizzazione dell’ascolto che si è poi tradotto in filosofia del Piano. Ringrazio tutta la Giunta ed il Consiglio comunale che stasera ha voluto dare un contributo del quale occorre fare tesoro”.

 

Il Sindaco apre a una serie di riflessioni politiche. “L’approvazione di questo documento di per sé apre una stagione politica nuova, ancor prima per la comunità che siamo chiamati ad amministrare. Apprezzo la ricchezza del dibattito che si è sviluppato e per questo non intendo replicare a polemiche. Il consuntivo in democrazia lo fanno sempre gli elettori. Altra cosa sono le percezioni, che aiutano il cammino della politica. Apprezzo chi manifesta la sua percezione perché significa avvertire, andare avanti sulle cose buone e correggere eventuali distorsioni dell’azione amministrativa. Sono convinto che le spinte accelerative al cammino della politica possono anche creare delle difficoltà. Le dinamiche della politica richiedono piccoli, medi e grandi passi, tutti apprezzabili se puntano ad un obiettivo. Ben vengano l’attenzione, la partecipazione e, se possibile la convergenza su questioni della vita cittadina.  Ben venga una collaborazione più intensa, più partecipata.  Resta da vedere come si compongono a sintesi anche le differenze e le integrazioni che vengono proposte. La strada è di totale accoglienza. Sarebbe miope non rispettare queste ragioni ma altrettanto miope sarebbe porre queste ragioni come paletti. È un ragionamento che sul terreno delle cose e nel rispetto dei ruoli può interessare tutte le forze politiche in questo Consiglio comunale sarebbe un grande arricchimento e un grande servizio per la città”.  

 

Nel merito, il Sindaco sottolinea poi l’essenza del Piano Strategico, quale “disegno politico dello sviluppo sostenibile in una prospettiva di medio e lungo periodo, per come tracciata dalla delibera del CIPE che lo origina, precisando il richiamo alla verifica in itinere, all’aggiornamento -  proprio in quanto strumento a medio e lungo termine - nella sede di confronto per la città, cioè nel Consiglio comunale.

“Partiamo da un Piano strategico che mette a valore alcune eccellenze di questo territorio, identificandole nel centro storico di Cosenza e nelle colline di Donnici quale risorsa naturalistica. Come si fa allora a non guadare ad un’area urbana che non colloqui con il Savuto”. A questo proposito fa riferimento ad uno dei tre livelli di governance del Piano, l’Associazione del Piano Strategico quale luogo del percorso partecipativo, “una sorta di conferenza dei servizi, perché quando si parla di progetti integrati, di progetti complessi non c’è dubbio che parliamo di un’area che va aldilà del territorio di confine”.

Sulla questione risorse, il Sindaco di Cosenza precisa che è stato scelto un Piano Strategico con i Piani d’azione per poter partecipare certo ai bandi regionali. Ma il Piano strategico ci consente di entrare a 360 gradi nella programmazione regionale così come ci fa entrare in rapporto diretto con l’Europa per misure direttamente finanziabili, o con il PON sicurezza, o ancora con la finanza regionale che non necessariamente deve essere solo derivata da quella europea, o con gli Accordi di Programma Quadro. Lì si giocherà la vera partita, sul terreno delle priorità e della capacità di intercettare risorse in relazione alle priorità”.

 

Nella fase di dichiarazione di voto interviene soltanto il consigliere Saverio Greco

“Discussione importante, con tanti punti di convergenza ma anche con punti di criticità. Mi auguro possa servire per rispondere all’esigenza di cambiamento che viene dalla nostra città in una congiuntura difficile. Uno slancio nuovo si può dare se si adottano regole nuove, prassi politiche nuove. Ed una di quelle da sconfiggere è quella della politica fatta per l’interesse specifico. Questa sera la responsabilità che ci siamo caricati sin dall’inizio è mancata in alcuni settori della maggioranza. Da questo punto di vista avverto l’esigenza di distinguermi. Differenzio la mia posizione per una diversa configurazione del centro sinistra nella nostra città”.