QUESTIONE DI COSCIENZA

28/05/2016

 

La vicenda dei debiti di Mario Occhiuto non mi aveva entusiasmato cinque anni fa e non mi entusiasma adesso. Tuttaviaalcune cose vorrei dirle anche io, sulla scorta  della mia esperienza di pungolatore della trasparenza degli atti del comune.

A mio parere la questione deve essere considerata solo e soltanto sotto l’aspetto politico-istituzionale.

E’ questo l’ambito nel quale ci muoviamo e dal quale non dovremmo mai uscire.

Tutti si augurano, chi ipocritamente chi sinceramente, che Mario Occhiuto risolva i suoi problemi economici.

A leggere le cronache di questi giorni, quel che però emerge è l'opacità della struttura burocratica che pare non segnata da comportamenti trasparenti e lineari. Talvolta accantona le somme relative ai debiti dell’ex sindaco, talaltra si oppone, qualche volta non compare oppure manda documenti. E così produce contenziosi che non solo comporteranno danni per le casse comunali ma ingenera nel cittadino comune, oggi elettore frastornato, il sospetto di una funzione amministrativa sviata, dal potere politico, dai corretti criteri di gestione. E tutto appare finalizzato a tutelare interessi privati. Non è un problema giudiziario: è in questione un modo di amministrare che lascia interdetti e ci impegna a cambiare.

Osservo, infine, che la questione dell'incompatibilità non è un sofisma giuridico.

Il legislatore l'ha prevista - a quanto comprendo - per evitare possibili conflitti di interesse tra il sindaco e il Comune, sì  che debba escludersi la possibilità che il primo possa influire sulle decisioni del secondo nell'ipotesi di una lite giudiziaria.

Non è forse questo il caso dei giudizi nei quali si deve accertare se l'indennità di sindaco è pignorabile oppure no?

E non è evidente che la condotta degli uffici comunali susciti più di un sospetto in ordine a conflitti di interesse?

Su questi argomenti sarebbe stata – ed è ancora – auspicabile una parola chiara da parte degli organi competenti, evitando così la ridda di voci che si sono susseguite in questi giorni e che hanno avvelenato il clima di questa anomala campagna elettorale.

Tanti dubbi, tante domande che si susseguono e che lasciano in bocca un sapore amaro e in testa la sensazione di aver  tristemente sperimentato un modo di amministrare che non brilla per legalità e trasparenza.

Capiremo un giorno, forse troppo tardi per rimediare, e quando altri organi si occuperanno della questione, se questa querelle sia frutto di un equivoco o dell’abile regia di qualche losco figuro.

Concludo con due interrogativi.

Sono questi i presupposti dell'azione amministrativa che merita la mia città?

Hanno o no diritto i Cittadini della mia città di conoscere tutto ciò e formarsi così una opinione per poter scegliere?

La mia battaglia nel corso di questi anni è stata segnata dal tentativo di rendere trasparente ogni decisione. E non è stato facile. Ma questo so fare e questo mi impone la mia coscienza.

 

Sergio Nucci

Presidente "Polo Civico - Buongiorno Cosenza"