IL TORMENTONE DELL'ESTATE

13/08/2018

 

Ormai è diventato il tormentone dell’estate. Sotto gli ombrelloni dei cosentini non si parla d’altro. Il sindaco di Cosenza abbatterà l’ex Jolly hotel? O rinuncerà all’intento demolitore fino a che non saranno concesse tutte le autorizzazioni necessarie in casi come questi?

E anche le fazioni dei pro e contro Occhiuto affilano le armi consegnandosi improperi e contumelie a dire basta: “Vai avanti sindaco!!!! Demolisci tutto”, “Fermati barbaro demolitore, sei peggio di Alarico!”.

Ma le chiacchiere stanno a zero perché le carte dicono altro.

Da un lato la senatrice Corrado che incalza gli uffici delle soprintendenze regionale e provinciale invocando le carte autorizzative, dall’altro Occhiuto che non demorde e sui social annuncia roboante “Noi lo demoliamo”, senza alcuna prudenza o timore. L’intento è quello del grande comunicatore, ostentare sicurezza, far credere a chi legge che le carte sono a posto e che quindi l’autorizzazione c’è e quindi si è pronti per l’abbattimento.

Ma ciò che si propaganda non sempre è la verità.

Se uno si prende la briga di leggere il carteggio tra la Corrado (senatrice 5S),  Pagano (Soprintendente Cosenza) e gli uffici coinvolti, percepisce che le sicurezze del sindaco sono solo “annunci su Facebook” e non documenti ufficiali, verbali di riunione, autorizzazioni protocollate.

E cosa dicono le comunicazioni che ormai assomigliano a verbali secretati di pentiti tanto diffusi sono in ogni dove?

Intanto chiariscono, a chi avesse voglia di leggerli, che la Senatrice Corrado richiede nei modi e nelle forme consentite dall’ordinamento, notizie agli uffici preposti circa l’esistenza delle autorizzazioni per la trasformazione dell’ex hotel in museo.

Dal canto loro le soprintendenze, in ogni dove, ribadiscono che non esiste alcuna autorizzazione alla demolizione del Jolly ma solo che l’autorizzazione alla demolizione può essere concessa solo e soltanto dopo aver riunito un tavolo tecnico al quale partecipino Comune, Provincia Regione e Soprintendenze. E ad oggi non si ha notizia di alcun tavolo tecnico convocato.

E allora la domanda viene spontanea: perché il sindaco di Cosenza con tanta sicumera è certo dell’abbattimento dell’ex hotel Jolly?

Ha forse capacità divinatorie tali da fargli prevedere il futuro? O più semplicemente sta “avvisando” il suo interlocutore Oliverio che è bene che quella autorizzazione arrivi presto per iniziare i lavori della metroleggera?

Perché forse, e ribadisco forse, è davvero questa la chiave di lettura. Le sollecitazioni che arrivano dal Comune a Provincia e Regione (la soprintendenza sarebbe solo un spettatore) forse hanno come obiettivo quello di chiamare i soggetti impegnati nel progetto di realizzazione della metro a diventare parte diligente nel processo autorizzativo. Voi sollecitate con me l’autorizzazione? Bene! Iniziamo i lavori sul viale parco. Voi fate gli gnorri? Niente metro. Semplice no?

Il sempre attuale: dare soldi vedere cammello.

 

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza

 

 

L'ALLEGRA BRIGATA

02/08/2018

 

Al Comune di Cosenza, Dirigenti, Assessori e Consiglieri svolgono “allegramente” il loro compito, senza preoccuparsi di ciò che firmano o approvano con il loro voto. E pare lo facciano mettendo a repentaglio la loro stessa responsabilità, visto che non hanno neppure il tempo di dedicarsi a leggere le diffide che giungono sui loro tavoli, forse occupati da carte più importanti.

Deve essere questa la ragione per la quale ieri, prima di andare in Consiglio per procedere all’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio e l’approvazione del DUP Documento Unico di Programmazione, non hanno letto la diffida fatta notificare loro dai professionisti che, nel lontano 2011, avevano partecipato al concorso per Dirigenti, revocato dal Sindaco Occhiuto dopo appena sette giorni dalla sua elezione a primo cittadino.

Tutti ricorderete che quello fu il primo atto che adottò il neo-Sindaco Occhiuto, per mandare a casa 11 aspiranti Dirigenti (che avevano superato la selezione di un pubblico concorso ed attendevano solo l’approvazione della graduatoria e l’immissione in ruolo) e per assumerne altri, a proprio piacimento, a tempo determinato.

Eppure, è arrivata, pesante come una scure, la sentenza del Consiglio di Stato n. 3387/2018, che ha accolto il ricorso di quegli aspiranti Dirigenti, censurando fortemente la condotta del Comune di Cosenza, che ora è chiamato ad approvare le graduatorie di concorso e ad immettere in ruolo quei dirigenti, i quali sono in una botte di ferro, atteso che l’ultimo Piano Triennale del Fabbisogno approvato dal Comune con Delibera n. 69 di appena un anno fa prevede la disponibilità in organico di tutti i posti da coprire.

Ma, si sa: al Comune di Cosenza la legge è altra cosa.

E, con questa certezza, il Dirigente del Settore (proprio uno di quei Dirigenti assunti da Occhiuto con contratto a tempo determinato al posto dei vincitori di concorso, e, dunque, in palese conflitto di interessi) ha proposto alla Giunta una Delibera – la n. 134/2018 – con la quale, invece di recepire la sentenza del Consiglio di Stato, fa finta di prenderne atto, suggerendo modifiche al Piano Triennale del Fabbisogno, così da potere (intuitivamente) ridurre i posti disponibili ed infischiarsene del pronunciamento dei Giudici e dei diritti acquisiti dei vincitori del concorso.

Ma i ricorrenti non ci stanno. Ed è per questo che sono passati immediatamente al contrattacco, facendo notificare una articolata diffida al Sindaco, ai Dirigenti, agli Assessori, ai Consiglieri, con la quale ognuno dei singoli destinatari era stato messo ben in guardia dall’approvare provvedimenti che non tenessero conto della cogenza della sentenza del Consiglio di Stato.

Ma, come detto sopra, erano tutti molto distratti o molto indaffarati per leggere il contenuto della diffida e determinarsi di conseguenza. C’è da augurarsi che non abbiano approvato atti lesivi dei diritti dei vincitori del concorso, oltre che della causa.

Anche perché, nella distrazione generale, è possibile che sia sfuggito loro che la diffida, per i provvedimenti di competenza, è stata mandata anche all’Autorità Nazionale Anti Corruzione, alla Procura della Repubblica competente ed alla Procura presso la Corte dei Conti.

Già. Perché una condotta che vada nella direzione di continuare a non assumere i vincitori di concorso, per mantenere in vita costosi incarichi di dirigenza a tempo determinato, sa tanto di mancato rispetto di un ordine dell’Autorità Giudiziaria e di condotte sintomatiche di responsabilità, non solo del Sindaco, ma di chiunque, a qualunque titolo, abbia concorso o concorra, ad avvantaggiare qualcuno a danno di qualchedun altro. E lascia intuire anche ai più sprovveduti che i danni patrimoniali che rischiano di ingenerarsi con una simile condotta espongono a responsabilità di tipo contabile, che non potranno passare inosservate.

 

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza

IL RISPETTO DELLA LEGGE SI PRATICA, NON SI ANNUCIA

01/07/2018

 

Se non fosse inverosimile potremmo anche crederci. Questa la chiosa all’annuncio che il sindaco sbandiera ai quattro venti in previsione degli sgomberi degli stabili occupati dai non aventi titolo: “Rispetteremo le leggi dello Stato”.

Quasi una battuta da cabaret, una di quelle boutade che, visto il pulpito, ti farebbero venir voglia di piegarti in due dalla grasse risate.

Eppure l’ha detto: “Rispetteremo le leggi…” . Ora il senso alla frase ognuno lo può dare come meglio crede: “Rispetteremo, come abbiamo sempre fatto”, oppure “Rispetteremo in questa occasione”, o ancora “Rispetteremo d’ora in poi”.

Al buon cuore di ciascun lettore l’interpretazione. Ma la questione a questo punto è davvero un’altra: cosa ha fatto il nostro paladino della legalità quando si è trattato di far rispettare davvero la Legge? Quella Legge con la L maiuscola dove tutti sono eguali tra pari. Dove il potente perde il suo status e l’ultimo riacquista dignità. Dove si trovava? Io non l’ho visto.

Cosa ha fatto e fa quando assiste silente e connivente alle occupazioni del suolo pubblico da parte di chicchessia senza intervenire o sanzionare?

Cosa ha fatto e fa per quanti sono costretti nelle ore del riposo ad essere inermi ostaggi di disturbatori di ogni specie?

Cosa ha fatto e fa per garantire a chi ha disabilità di vivere una vita degna di questo nome abbattendo le barriere che glielo impediscono?

Cosa ha fatto e fa il paladino della legalità per far vivere nel decoro interi quartieri a volte abbandonati a volte abbattuti di questa città?

Cosa ha fatto e fa per coloro che, affrontato e vinto un severo concorso per diventare dirigenti del Comune, si sono sentiti rispondere che il loro diritto non potrà essere riconosciuto?

Cosa ha fatto e fa per tanti valenti cosentini che non riceveranno mai un incarico perché nei loro curricula non è scritto “amico di Tizio o di Caio”?

Ecco allora spiegata questa ilare reazione all’affermazione “Rispetteremo le leggi ……”.

Oggi c’è da stare dalla parte dell’ordinamento per sgomberare i palazzi occupati abusivamente? Ci può stare se a dirlo e a farlo è chi ha sempre ispirato la sua esistenza al “dura lex sed lex”. Ma accettarlo senza uno sghignazzo da chi ha fatto strame di leggi e regolamenti è davvero troppo.

Non siamo dalla parte di chi a seconda delle circostanze e delle convenienze sceglie la cosa che più gli conviene. Siamo e resteremo dalla parte di chi sempre, in ogni comportamento della sua vita, ogni santo giorno, ha rispettato e rispetta il prossimo e la Legge. Li ci troverete.

E naturalmente un pensiero a chi dalla sera alla mattina si troverà su una strada perché qualcuno non ha rispettato la legge dell’Accoglienza e della Solidarietà.

 

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”

LETTERA ALLA SIGNORA MACRI'

30/07/2018

 

 

Gentile Signora,

navigando tra i social media e sfogliando i quotidiani locali un dato, fino a qualche anno fa inimmaginabile, salta agli occhi degli attenti osservatori. Il consenso bulgaro del sindaco, motivo di vanto e dileggio per sodali e tifosi, è un ricordo che appartiene al passato. Tuttavia, perché c’è sempre un tuttavia, questa considerazione diventa impalpabile ai più atteso che le voci fuori dal coro, tante ormai, non riescono a trovare un punto di incontro, una sintesi. Ed è questa la grande fortuna - ma per quanto? - del sindaco di Cosenza. Avere una opposizione tanto variegata quanto dispersa in mille rivoli che pare non convergano nessuno nello stesso punto.

E ci vuole fortuna aggiungo io: scontentare tanti cosentini chi per un motivo chi per un altro ed avere la buona sorte di non trovarseli coalizzati tutti dalla stessa parte. Perché in fondo è questo il problema di questa città: i personalismi, le primogeniture, le invidie, le gelosie etc. etc. riescono a neutralizzare qualsiasi collante, anche l’avversione per questo sindaco, o meglio per il suo modo di governare.

Perché a quanti piacciono i dinosauri su corso Mazzini non piace la movida fino all’alba, a chi non vuole la metro sul viale Mancini va bene il ponte di Calatrava e così all’infinito. Ed in questo modo il sindaco continua indisturbato a fare quello che vuole, certo come è e come dicono i fatti, che nessuna opposizione sarà mai in grado di coalizzarsi per fronteggiarlo sia essa a Palazzo dei Bruzi piuttosto che nelle piazze.

Ecco, dunque, la invidiabile peculiarità di questo sindaco: aver capito perfettamente il cosentino medio. A te non piace il sindaco? A me piace per dispetto a te che lo contesti. Semplicistica quanto veritiera come constatazione, mi piace a dispetto tuo. Perché il cosentino è anche questo: scattaruso.

Senza però nulla togliere a quelli che sono davvero sostenitori del sindaco per i meriti presunti o acquisiti che lo stesso ha. Magari per avere intitolato una piazza o una via ad un congiunto, magari per avere istituito una ZTL senza le necessarie telecamere, magari per aver concesso l’occupazione di un suolo pubblico in via bonaria tanto un controllo i vigili non lo faranno mai o magari per avere con una determina dato un incarico o affidato un lavoro e cosi via.

Questa categoria, quella dei beneficati, resta la più infida però, perché si tratta di persone inclini allo scambio: mi dai ti do. E quando il baratto non sarà più possibile? Semplice: basterà cambiare il padrone di turno. Perché l’arte di arrangiarsi noi l’abbiamo nel DNA.

E se allora per questa accozzaglia di inclini alla prebenda non c’è rimedio alcuno per gli altri, la stragrande maggioranza, qualche speranza c’è: la visione di insieme. Solo avendo una visione generale e non particolare potranno fare squadra e capire che un modo di governare, di agire, di prevaricare si affronta uniti e rinunciando all’egoismo del particolare. Solo così e non in altro modo. Rinunciando ad un po’ dei propri convincimenti ed abbracciando un po’ delle idee altrui.

Semplice? Assolutamente, ma se mai si parte mai si arriva.

 

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”

PERCHE DICO SI ALL'OSPEDALE A VAGLIO LISE

22/04/2018

 

Lo dico chiaro e forte: voglio l’ospedale a Vaglio Lise. In premessa e a scanso di equivoci. Senza retropensieri o partigianerie. Ciò detto cerco di motivare per come posso e con gli argomenti maturati in questi anni questa mia convinzione.

Attualmente, per le condizioni orografiche, baricentriche e sociali, la collocazione migliore di un nuovo nosocomio non può non essere che su un’area che offra caratteristiche di raggiungibilità, centralità ed equidistanza tra i vari agglomerati della nostra area urbana. Considerato il territorio comunale, sempre che si voglia realizzarlo nella città di Cosenza, l’unica area che presenta siffatte condizioni è quella di Vaglio Lise.

Il sito, dunque, è, senza tema di smentita alcuna, idoneo. È centrale, è ottimamente collegato, presenta possibilità di espansione ed implementazione. Dispone in soldoni di tutti quegli atout che il vecchio ospedale, pensato nel secolo scorso quando esistevano differenti condizioni urbanistiche viarie e demografiche, non ha ed insistere, per come si è fatto e si sta facendo, sul ricondizionamento dell’esistente, fa pensare che dietro la spinta campanilistica ci siano motivazioni se non poco nobili certamente non condivisibili.

Un ospedale come quello realizzato da Tommaso Arnoni, illuminato Podestà cosentino, a quel tempo ed in quel contesto aveva una ragion d’essere, anacronistico sarebbe intestardirsi nel suo mantenimento e nella sua rivitalizzazione. Scomodo per chi deve raggiungerlo, penalizzante per chi deve operare al suo interno l’Annunziata deve, se si vuole bene a Cosenza e al suo comprensorio, essere mandato in pensione.

E c’è di più. L'ospedale a Vaglio Lise potrebbe davvero nascere con una prospettiva di polo universitario fin dalla sua fase realizzativa. Non solo, durante la realizzazione del nuovo ospedale, l’Annunziata continuerebbe a svolgere il suo ruolo, garantendo assistenza all’utenza che vi si rivolge.

Un’ultima considerazione. Si parla sempre più insistentemente di una fusione tra i comuni di Cosenza e Rende, e magari anche di Castrolibero. Un ospedale a Vaglio Lise diventerebbe davvero un’opera per questa grande comunità che molti auspicano nasca.

Insomma la scelta del nuovo sito davvero seguirebbe una logica di programmazione per le generazioni future.

Vorrei chiudere con una frase che spesso ed erroneamente viene attribuita a de Gasperi ma che deve la sua paternità ad un teologo statunitense James Freeman Clarke. Clarke diceva ed aveva ragione: “Un politico guarda alle prossime elezioni; uno statista guarda alla prossima generazione. Un politico pensa al successo del suo partito; lo statista a quello del suo paese".

 

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza