I CONTI NON TORNANO

26/02/2020

 

L'elusione intenzionale dei vincoli di finanza pubblica integra il reato di falso ideologico

 

Pubblicata oggi, 26 febbraio 2020, la sentenza della Corte dei Conti Sezioni Riunite che rigetta il ricorso del Comune di Cosenza avverso al dissesto dell’Ente.

Trentasette pagine che smontano, punto per punto, l’impalcatura difensiva sottoposta al vaglio dei giudici per confutare le accuse dell’organismo contabile.

Nessuna sorpresa. Tutto come previsto. Solo ulteriori conferme di quanto, in tanti, negli anni, abbiamo detto e scritto, e censure, tante censure, ad un modus operandi che poteva portare solo a questo epilogo.

Tra le cose decise una più di altre, a mio avviso, merita di essere evidenziata: la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Cosenza “atteso che la delibera di approvazione del rendiconto di un comune è qualificabile come atto pubblico ex art. 479 cod. pen. sicché la non rispondenza a realtà dei dati ivi contenuti, può integrare gli estremi del reato previsto dalla predetta norma (Cass. pen. sentenza 14617/2018)”.

Chissà che qualche volenteroso giudice della nostra Procura non decida di dare un’occhiata “attenta ed imparziale” ai conti del Comune di Cosenza.

 

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”

 

LEGGI LA SENTENZA

NON ESISTE LA TERZA VIA

22/02/2020

 

La fobia per il contagio da coronavirus non risparmia, giustamente, nessuno. Il pericolo incombente di imbattersi in chi è già stato infettato con il virus crea una sorta di latente angoscia che si esprime nei modi e nelle forme più disparate. Dalla semplice mascherina che si usa nei luoghi affollati alle aggressioni, non solo verbali, per i presunti untori dalla pelle gialla. Non c’è una misura e quel che è peggio non sembra esserci neanche una strategia da parte di chi dovrebbe sovrintendere alla salute pubblica. Tutto lasciato al buon senso e, a volte, al caso. Anche da noi la situazione non cambia. Mentre pensiamo di essere al sicuro da flussi migratori a rischio, ci rendiamo conto che situazioni di pericolosa promiscuità potrebbero nascondersi in eventi consolidati e ripetitivi. Uno di questi, la fiera di San Giuseppe, programmata per il mese di marzo, sta già facendo discutere l’opinione pubblica sulla sua opportunità. È indubbio che un evento così affollato qualche rischio potrebbe comportarlo, e proprio in virtù del paventato pericolo che possono fare le nostre autorità ?

Da un lato obbligare tutti gli espositori che verranno in città a sottoporsi al test del tampone per escludere qualsiasi contagio da coronavirus, dall’altro annullare l’evento per evitare sul nascere situazioni di pericolo per eventuali e non escludibili contagi.

La soluzione non è certo facile. Obbligare al test può essere utile se si ha la capacità concreta di controllare tutti, ma proprio tutti gli espositori. Per intenderci quelli ufficiali e quelli non censiti. Capacità che deve anche prevedere non solo il centro di verifica ma anche e soprattutto il centro di isolamento (ambulanze e barelle da isolamento). In assenza di tutto ciò resta praticabile l’altra ipotesi, ovvero evitare di dar luogo ad un evento che ha in se i crismi della pericolosità: grande flusso di individui non controllati e non controllabili,  massima promiscuità, grande facilità di diffusione del contagio.

Come si vede terze vie non ne esistono. Toccherà dunque al sindaco, al prefetto ed anche al commissario dell’Asp di Cosenza decidere, e nel breve, cosa scegliere. Noi, fiduciosi, attendiamo.

 

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

CONTROCORRENTE MA ORGOGLIOSO

06/12/2019

 

Andrò controcorrente ma nel vedere le foto dell'autostazione ho provato un sentimento di autentico orgoglio.

Si orgoglio. Sono orgoglioso che tanti miei conterranei siano più forti delle clientele, del pessimismo, del piatto pronto, del tutto è dovuto, dell’aiutino al momento giusto.

Sono orgoglioso che abbiano la forza, e che forza, di rinunciare ai propri affetti, alle proprie abitudini, pur di trovare fuori da qui la propria strada. E sono orgoglioso della forza di quei genitori, di quelle fidanzate, di quei figli che li lasciano andare perché consapevoli che chi parte, in fondo, sta rincorrendo il suo destino

Non mi va di commentare la politica o chi non ha permesso a quanti vanno via di realizzarsi a casa propria. Loro (i politici) saranno giudicati dalla storia. Io, invece, giudico loro (chi parte) e li ammiro sinceramente.

Tutti negli anni abbiamo avuto un fratello, una figlia, un parente un amico che hanno deciso di andare via e tutti sappiamo cosa ci è costato. Ma il prezzo che abbiamo tutti noi pagato il più delle volte è stato ripagato dalla buona vita che fuori da qui hanno avuto. Perché buona vita non significa solo aver raggiunto il successo, buona vita ha significato e significa potersi affrancare da un sistema clientelare-mafioso per ottenere un proprio diritto, metter su famiglia, non dover piegare il capo al potente di turno.

E non invidio chi non è riuscito ad andare via perché ancora oggi questa terra è troppo spesso amara. Amara con i suoi figli, amara con le sua storia e amara con il suo futuro.

Arriverà il giorno in cui tanti figli di Calabria torneranno nella loro terra. Arriverà. Ma per arrivare noi che restiamo dobbiamo saper capire cosa ci dicono quei volti nel momento del distacco. Perché nei loro occhi, nelle lacrime dell’addio c’è solo un appello, una preghiera: voi che restate cambiatela questa terra.

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

IL RISPETTO PRIMA DI OGNI COSA

24/01/2020

 

Sbagliano coloro che ritengono che le parole di Berlusconi pronunciate a Tropea, nel comizio a sostegno di Jole Santelli, siano uno scivolone involontario di un attempato ottantenne. Sbagliano perché quello che hanno ascoltato è il Silvio andato in onda in tutti questi anni nel nostro Paese. Nè più nè meno.

Berlusconi pur essendo un po’, ma davvero poco, meglio di tanti che oggi giocano nella stanza dei bottoni con la vita degli italiani, dimostra oggi come allora che è del tutto inadeguato a svolgere il ruolo di premier, di capo di una coalizione politica, di rappresentante una parte del popolo italiano. Nè sorpresa, dunque, nell’ascoltare la greve battuta sul mancato congiungimento con la candidata governatrice della Calabria nè stupore per le crasse risate del pubblico presente. Similis cum similibus.

Disorienta invece l’assenza di reazione proprio della candidata.

L’accettare passivamente la battuta sessista del suo leader la trasforma in una sorta di sottoposto che pur di andare avanti è disposta a subire le peggiori cose. E quel riso imbarazzato ce la restituisce del tutto inadeguata per il ruolo che qualcuno ha scelto per lei.

Un siparietto quello di Tropea che conferma come è stata gestita in questi anni Forza Italia e quali particolari requisiti dovessero avere chi ne ha fatto e ne fa parte. Nessuna giustificazione per il Silvio nazionale ne per chi era con lui. Che dire quindi? Ai Calabresi che domenica andranno alle urne un appello: votate bene, diversamente preparatevi ad una politica champagne per il prossimo quinquennio boutade di Berlusconi comprese.

 

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

 

LA FINE DELLA FAVOLA

28/11/2019

 

 

E’ finita la narrazione su Cosenza, città bellissima, europea e accogliente, che questa amministrazione aveva rifilato in questi lunghi otto anni ai cosentini.

La città è fallita grazie a questo sindaco e a poco valgono i proclami delle ultime ore su un PIL cresciuto e relativo alle sole opere pubbliche realizzate in città e per la quali adesso non c’è un euro per la loro manutenzione.

La stampa farebbe bene a chiedere ai cosentini se hanno mai avuto la sensazione che questa crescita riguardasse anche le loro tasche. Una città povera, inospitale, invivibile e per di più in dissesto. Cosa doveva capitarci di peggio?

Narrazione uguale a mistificazione nel caso di Cosenza, dunque.

In verità già a luglio avevamo paventato i pericoli connessi al dissesto, augurandoci sinceramente che quest’onta non ci riguardasse, ma in cuor nostro sapevamo che sarebbe stato impossibile evitare il default economico viste tutte le spese pazze e milionarie fatte per accontentare questo o quello. Ma adesso finite le chiacchiere restano solo i nodi al pettine

E tra i nodi due sono quelli che più fanno male ai nostri concittadini. Quelli che riguardano direttamente i nostri figli: le mense scolastiche e i servizi ausiliari negli asili nido.

Per le mense dopo il 30 novembre, ultimo giorno di erogazione dei pasti per i piccoli alunni, ci sarà il nulla. Non ci sono soldi in cassa per indire una nuova gara e non si prevedono entrate tali da scongiurare questa funesta previsione. Stesso discorso per gli asili nido per i quali la mancanza di fondi potrà significare mandare a casa lavoratrici e lavoratori impegnati nel settore. Anche per loro si preannunciano le ore più buie.

Che faccia tosta affermare che con il dissesto non sarebbe cambiato nulla per la nostra città.

Mi verrebbe voglia di chiedere al signor Sgarbi, così sempre pronto a parlare bene del primo cittadino di Cosenza, se davvero sa in che baratro ci ha trascinato il suo sindaco.

 

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”